Trs Radio: Rocklandia (Italia)
Trascrizione dell'intervista radiofonica realizzata il 14 novembre 2017, dalle 18:00 alle 20:00, presso TRS – The Radio Station (www.trsradio.net), nel corso della trasmissione “Rocklandia”, condotta da Pierdecio Gonnellini.
L'intervista viene qui riportata integralmente, orbata delle imperfezioni afferenti alle conversazioni orali (ripetizioni, sovrapposizioni, pause, discorsi interrotti e poi ripresi, ecc).
Nel corso della trasmissione sono stati ascoltati brani di band del passato, nonché estratti dalle discografie di Gianluca Livi, Anno Mundi ed Ezra Winston.
Tracklist:
Mom's Apple Pie - I Just Want To Make Love To You Gianluca Livi - Fujiko Mine - part 1 Babe Ruth – Wells Fargo Genesis - Blood of The Rooftops Crosby, Stills, Nash - Wooden Ship Gianluca Livi - Irrational Thoughts Kate Bush - Rocket's Tail Ezra Winston - Schades Of Grey Recreation - Music Against Music M Efekt - V Sobotu Popoludní (On Sunday Afternoon)
Billy Cobham - Stratus Anno Mundi - Pending Trial Flash - Open Sky/None The Wiser Emerson, Lake & Palmer - Lucky Man Gianluca Livi - Birth Of A Flower (In A Post-Atomic Landscape) – Part 1 & Part 2 King Crimson - Indiscipline
Pierdecio: Cari amici all'ascolto, benvenuti al nuovo appuntamento con Rocklandia.
Questa sera, ahimè, non avrò al mio fianco il buon Claudio Fiorentini che ho però rimpiazzato prontamente con un caro amico, Gianluca Livi.
Gianluca: Buonasera.
Pierdecio: Quindi, caro Claudio, fattene una ragione: morto un Papa, se ne fa sempre un'altro, come si dice a Roma...
Gianluca: ...beh, non sono minimamente paragonabile a Claudio (risate).
Pierdecio: Diciamo subito che è una cosa molto estemporanea.
Innanzitutto, fammi dare agli amici in ascolto i contatti per potersi interfacciare con noi: 339 8416395 per chi volesse scriverci con sms, whatsapp e telegram. Chi invece avesse voglia di ascoltarci in streaming può andare sul sito, www.trsradio.net e collegarsi con TRS 102.3.
Quindi, anche stasera trasmissione vinilica.
Allora Gianluca, tu sei qui perché hai realizzato un cd giacché, oltre ad essere un grande appassionato (di musica) come me, ti trovi anche dall'altra parte della barricata.
Gianluca: Ci provo (risate).
Pierdecio: No, dai, sei un buon musicista. Adesso non parliamo di fenomeni perché i fenomeni sono pochi ma, insomma, sei un buon musicista e ti diletti, lo fai proprio per passione.
Gianluca: Assolutamente si.
Pierdecio: Quindi parlaci un minuto di questo cd, poi iniziamo con la musica e dopo ascolteremo qualche tuo brano.
Gianluca: Per prima cosa, io venni qui tempo fa, assieme al chitarrista della band Anno Mundi, per promuovere il disco dell'epoca (tra l'altro, adesso sta uscendo il secondo disco, ma questa è un'altra storia). Mi sono peraltro reso conto che il tempo passa perché quella volta, entrato nello studio, non mi preoccupai di vedere dove fosse collocato il bagno; invece adesso, siccome gli anni passano e la prostata non funziona più, la prima cosa che ho fatto è stata quella di individuare il bagno. (risate)
Pierdecio: Allora dopo te lo indico io (risate).
Gianluca: ...e quindi sono passati parecchi anni.
Abbiamo registrato il secondo album di quella band, gli Anno Mundi, e le registrazioni si sono protratte in maniera esapserante, vuoi per problemi di salute di alcuni membri, vuoi per defezione di altri membri, vuoi per danni legati al terremoto...
Pierdecio: E' stato il famoso “parto”.
Gianluca: Insomma, sono passati qualcosa come 4 anni.
Pierdecio: Accidenti!
Gianluca: Nel frattempo, ogni membro della band si è dedicato a progetti solisti ed io sono stato l'ultimo a pubblicarne uno.
Pierdecio: Quindi non ci svelare, hai detto abbastanza, poi dopo ci racconterai bene tutta la storia, ci dirai i componenti del gruppo, andremo ad ascoltare qualcosa.
Come è consuetudine qui a Rocklandia, io partirei subito con della bella musica, soprattutto da vinile, e so che ci saranno dei vinili che invece hai portato te, che poi dopo passeremo e ci darai le tue motivazioni per cui hai scelto queste cose.
Ascolto: Mom's Apple Pie - I Just Want To Make Love To You (dall'album "Mom's Apple Pie", 1972)
Pierdecio: Pezzo veramente bellissimo. Band rock anni '70, americana, un po' jazz rock...
Gianluca: ...qui c'è un po' di tutto: soul, funk, qualche bella sonorità hard...
Pierdecio: ...un po' come si usava negli anni '70. Veramente roba buona.
Allora, caro Gianluca, adesso, se vuoi, passiamo il primo brano del nuovo cd. Parlaci intanto della formazione, di chi ha suonato su questo disco.
Gianluca: Va subito detto che, questo disco nasce veramente per caso. Nel primo vinile degli Anno Mundi - che propongono un hard rock di ispirazione seventies, Black Sabbath in testa - c'era una suite nella cui parte centrale si trovava un pezzo estremamente sperimentale, quasi avanguardistico, e il boss di una label che pubblica solo queste cose (ambient, avanguardia, industrial) rimase colpito da questo pezzo per cui me ne commissionò uno inedito per una compilation. Sennonché, dopo che mi misi a lavorare - grazie anche a dei musicisti fantastici - saltò fuori molta più musica, e da lì venne l'idea di realizzare un album solista. Il più blasonato - anzi, l'unico blasonato della formazione - è sicuramente Stefano Pontani, che è stato ed è tuttora il chitarrista degli Ezra Winston.
Pierdecio: Band storica romana progressiva veramente notevole.
Gianluca: Sono considerati coloro che hanno dato il via al new prog italiano. Fanno però un genere musicale che non è new prog, ma prog puro. Pensa che negli anni '80, Sandro Pallavicini, sulle pagine di Flash o Metal Shock, adesso non ricordo, nell'individuare i 20 dischi di prog più belli in assoluto, inserì anche il loroprimo album, che è stato stampato soltanto in vinile, rarissimo. Giustificò questa cosa asserenmdo che le idee erano assolutamente ottime. Insomma, non sembrava una band new prog. All'epoca Stefano non era in formazione: è entrato nel secondo disco e poi da allora è rimasto sempre in organico.
Pierdecio: Quindi direi di ascoltare il terzo brano estratto dal tuo disco.
Gianluca: Che però non vede Stefano in formazione.
In ogni caso, il range tematico di questo disco è ambient/sperimentazione.
Ascolto: Gianluca Livi - Fujiko Mine - part 1 (dall'album "Fleeting Steps", 2015)
Pierdecio: Veramente una cosa molto molto sperimentale, ambient.
Gianluca: Quanti incidenti in auto ci sono stati? (risate).
Chiaramente il range è assolutamente ambient con percussioni tra l'altro tutte suonate con ausili elettronici, cosa che per me è una vera novità giacchè io sono un batterista acustico, modestissimo batterista acustico, col tempo diventato dignitoso, ma non di più.
Pierdecio: Che non è poco.
Gianluca: Questo brano si chiama “Fujiko Mine”, la compagna/antagonista di Lupin III, ed ha un tenore malinconico, volutamente peraltro, perché tutti, quando pensano a lei, hanno in mente una ragazza allegrotta e facilotta ed invece lei nasconde un passato che viene svelato in alcune puntate. Ho quindi deciso di dedicarle due brani (quella che abbiamo sentito è la parte 1). Questo pezzo, sembra che vada fortissimo in Giappone - prevedibilmente, direi, giacché la serie fu ideata in quel Paese - ed è l'unico brano che mi hanno chiesto per una compilation.
Pierdecio: Adesso prosieguiamo la nostra odierna scaletta musicale con un bel vinile dei Babe Ruth, band storica degli anni '70, americana, di cui ascoltiamo un brano che si intitola “Wells Fargo ”.
Ascolto: Babe Ruth – Wells Fargo (dall'album "First Base", 1972)
Pierdecio: Allora, mi si dice che senza Claudio la trasmissione non regge. Beh, è ovvio.
Gianluca: Beh, per quanto impegno possiamo metterci, non arriveremo mai ad eguagliarlo.
Pierdecio: Martedi, non vi preoccupate, tornerà. Adesso abbiamo un brano che hai scelto espressamente te, in vinile. Che cosa hai scelto e perché?
Gianluca: Io ho scelto un brano dei Genesis. So di attirarmi le ire degli ascoltatori ma non è un brano con Peter Gabriel. E' uno degli utlimi brani incisi da Steve Hackett. Per me, i Genesis muoiono veramente con la dipartita di Steve Hackett e non con quella di Peter Gabriel.
Pierdecio: Concordo.
Gianluca: Anche se poi, i due album successivi alla dipartita di Hackett sono comunque dignitosi e anche quelli degli anni '80 hanno un loro valore, però, ovviamente, stiamo parlando di un'altra compagine musicale. Forse il nome Genesis è inappropriato, però, risentendo le cose degli anni '80, secondo me si scoprono delle cose molto interessanti.
Pierdecio: E' vero.
Gianluca: Questo è l'album dove Steve Hackett maturò la sua idea di lasciare i Genesis che secondo lui non davano troppo spazio alle sue composizioni. Effettivamente, il brano - che è il secondo del lato b, il cui titolo io celo volutamente per lasciare la sorpresa agli ascoltatori - è uno dei più bei brani di rock progressivo in assoluto. Spero che condividiate questa scelta.
Ascolto: Genesis - Blood of The Rooftops (dall'album "Wind & Wuthering", 1976)
(finito il brano, Gianluca interviene prima che il volume venga abbassato e parte il cazziatone di Pierdecio)
Pierdecio: Aspetta che finisca e abbassi la base... subito che mi parti a valanga (risate).
Gianluca: è la maldestra attitudine dell'inesperto. Ci fosse stato il tuo compare, qua, tutto sarebbe filato liscio.
Pierdecio: No, ma anche lui...
Gianluca: ...fa delle minchiate del genere?
Pierdecio: Succede. Del resto siamo degli umili servitori del rock and roll, come diceva il nostro amico comune, aspetta che non mi ricordo il nome...
Gianluca: Giovanni Loria.
Pierdecio: esatto, il buon John Lory.
Gianluca: "Just a soldier of rock and roll"... (risate).
Abbiamo ascoltato un brano bellissimo...
Pierdecio: ...da un album bellissimo.
Gianluca: Si, uno dei più begli album dei Genesis, a mio modesto avviso, con un Collins inarrivabile, dal punto visto di vista vocale. Tu sai che Collins diventò cantante per puro caso, perché audizionava i pretendenti e nessuno riusciva a fare le cose come dovevano essere fatte: lui si metteva al microfono e dava indicazioni a tutti.
Pierdecio: Alla fine gli dissero: "perchè non canti te?".
Gianluca: E quando esordì, la critica decretò: "canta alla Gabriel, meglio di Gabriel".
Pierdecio: Poi, non potendo più Collins fare il batterista, i Genesis presero il batterista degli Weather Report, Chester Thomphson.
Gianluca: No, perdonami ma ti devo purtroppo correggere: presero Bill Bruford, il primo anno, che è l'unico musicista che vanta la permanenza nelle tre grandi prog band anglosassoni (Yes, King Crimson e Genesis. Nda). Suoi contributi si possono rivenire in “Seconds Out”, “Cinema Show”, che diventa un brano strepitoso, suonato da lui, e poi nel live successivo (“Three Sides Live”. Nda), in un altro brano suonato da lui. Dopodiché, siccome Bil Bruford era un po' spocchioso, presero Chester Thompson.
Pierdecio: Che proveniva dai Weather Report, band che non c'entrava nulla con i Genesis.
Gianluca: Infatti lui non conosceva niente del repertorio.
Pierdecio: Adesso ci andiamo ad ascoltare un brano che hai scelto te, un trio eccezionale. Il titolo non lo diciamo, però diciamo chi sono.
Gianluca: a volte sono quattro, in questo caso tre: Crosby, Stills, Nash. Parliamo di una musica completamente diversa: passiamo dal romanticismo e dalla sontuosità del rock progressivo al folk vocalmente multistrutturato. Il primo album di questo trio è uno dei 20 album in assoluto da portare su un'isola deserta.
Ascolto: Crosby, Stills, Nash - Wooden Ship (da "Crosby, Stills, Nash", 1969)
Pierdecio: Veramente un disco incredibile.
Gianluca: Tutto, dall'inizio alla fine. Stiamo parlando di tre artisti che avevano un ego altissimo e all'epoca già manifestavano i primi contrasti. Uno dei primi si verificò per il nome: Graham Nash propose quello attuale ma Stephen Stills si rifiutò e ne nacque una lite incredibile perchè lui voleva essere il primo. Stills era un polistrumentista già di chiara fama all'epoca, mentre gli altri erano "soltanto" grandi vocalist e compositori, ma non grandi esecutori. E poi, alla fine, il nome venne fuori in questo modo.
Pierdecio: Intanto c'è un messaggio di Manu2 che recita: “per me “Déjà vu” è un brano progressivo”.
Gianluca: beh, diciamo che è un'interpretazione ardita. Chiaramente stiamo parlando di un brano eccezionale, ma definirlo progressivo, mi sembra... Come genere, certamente no, forse come mentalità, visto che ha dei cambi di tempo...
Pierdecio: ...incursioni nel folk, psichedelia...
Gianluca: ...però, insomma, fa parte della scena americana, west coast... insomma, non è prog in senso stretto.
Pierdecio: Adesso andiamo ad ascoltare un altro brano del tuo cd.
Gianluca: Mi scuso con gli ascoltatori perchè, dopo aver ascoltato Genesis e Crosby Stills Nash, ascoltare la lagna da me firmata... beh, mi sento un po' in imbarazzo. Cercate di tenere duro perchè poi seguirà altra buona musica.
Pierdecio: Dopo di te passeremo Pupo, così tu diventerai un mito assoluto. (risate)
Gianluca: Bisogna fare così, passare delle sciocchezzuole. (risate)
Pierdecio: Ma lo trovo, lo trovo ... (risate)
Gianluca: Il brano si chiama "Irrational Thoughts" e vi suona il chitarrista Stefano Pontani e non soltanto lui. Come abbiamo detto, milita nella formazione degli Ezra Winston ed è un po' il fiore all'occhiello dell'intero album. Vediamo se gli ascoltatori resistono.
Ascolto: Gianluca Livi - Irrational Thoughts (dall'album “Fleeting Steps”, 2017)
Gianluca: ok, è andata. Ovviamente, ambientazioni completamente diverse dalla sontuosità dei Genesis, dalla west coast di Crosby Stills Nash.
Pierdecio: Beh, è proprio un genere diverso. Intanto, altro messaggio di Manu2, che dice: "Decio, la west coast è pane mio".
Gianluca: E chi lo ha mai messo in dubbio?, a parte l'asserzione che “Déjà vu” è un brano progressive...
Pierdecio: Ritorniamo ora al vinile.
Gianluca: Dovrei scegliere un altro titolo. Vado in un'altra direzione ancora e scelgo un brano di Kate Bush. Trattasi di artista per la quale io strevedo, proprio come musicista e compositrice. Si pregia di aver fatto una manciata di album...
Pierdecio: ...e anche un duetto molto importante.
Gianluca: Quello con Peter Gabriel?
Pierdecio: Si.
Gianluca: Kate Bush è diventata famosa già prima che Peter Gabriel la adocchiasse, però i fans dei Genesis l'hanno potuta ascoltare nel brano "Don't Give Up" di Peter Gabriel, contenuto nell'album "So", ed effettivamente trattasi di brano molto intimista...
Pierdecio: ...con un video pazzesco ...
Gianluca: ...con telecamera che gira intorno a loro due abbracciati. Una cosa molto triste, ma molto coinvolgente. Io scelgo un brano da un album che è considerato forse minore, "The Sensual World", che ospita un trio vocale, credo bulgaro, tant'è che iniza con un coro al quale segue un'esplosione, un'apoteosi musicale con un chitarrista che sembra David Gilmour, si chiama Dave Gilmour, ma non David Gilmour (è lui, invece. NDA)
Ascolto: Kate Bush - Rocket's Tail (dall'album "The Sensual World", 1989)
Pierdecio: Grandissima, incredibile, Kate Bush.
Gianluca: Adesso, tra l'altro, è ritornata in pista, con un'estensine vocale più ridotta rispetto al passato. Ha fatto dei lavori ancora più complessi, più intimisti rispetto ai primi, che già erano estremamente elaborati. Alla fine degli anni '80, quando tutti la conoscevano per il pezzo "Wuthering Heights" ...
Pierdecio: ... "Cime tempestose". L'abbiamo ballato tutti. Era un brano che andava molto nelle discoteche: quando c'era il momento lento, mettevano questo brano che era abbastanza adatto per avere contatti con l'altra parte, l'altro universo...
Gianluca: ...il bello è che, quando io parlo di musica storica, tu mi fai il segno di tagliare, poi ci dobbiamo sorbire le tue minchiate sulle tue conquiste... che poi andavi sempre in bianco...
Pierdecio: ...beh io ho detto che ballavo, ma lì finiva la cosa...
Gianluca: Paolo53 ci scrive che il più bel brano prog è "Charing Cross" dei Catapilla. Confermo. Gruppo assai minore della scena progressive europea però di livello eccezionale.
Pierdecio: Due dischi incredibili...
Gianluca: ...e rarissimi, ristampati vent'anni dopo dalla Akarma in maniera piuttosto garibaldina, uno dei quali sagomato, quindi bellissimo, ristampato anch'esso sagomato. Io, naturalmente, posseggo sia le due ristampe, sia gli originali, se non erro su Vertigo.
Continuano a scriverci e qua si capisce che io ho forse messo mano al portafogli: "grazie per la bellissima musica di Livi".
Grazie.
Poi mi dici quanto ti devo. Cerca di tenerti basso... (risate).
Ci scrive poi un'altra persona, in realtà è un amico di lunga data: "sto ascoltando la vostra trasmissione con l'intervista a Gianluca Livi. Riflettevo sul fatto che parlare di questo disco "Fleeting Steps", al quale ho collaborato come tastierista" - per cui si spiega perchè ci messaggia – "rende, ai profani come me, questo genere, ambient sperimentale, di più facile comprensione".
Va spiegata una cosa: perché "profani come me"? Perché Lui è un pianista che non aveva mai suonato questo tipo di musica, tant'è che a breve uscirà un suo disco solista per l'etichetta “Terre Sommerse”, che si chiama "Walkaround", che è composto prevalentemente di solo piano. Sembra una cosa del tipo Giovanni Allevi, in realtà è completamente diverso, perché si tratta di solo piano ma lui è del tutto avulso da ogni strutturazione, da ogni regola, per cui improvvisa e tira fuori delle cose incredibili. Le avete sentite in questo brano, le cose che fa, cose estemporanee che costituiscono un bel condimento arrangiativo.
Adesso io vorrei far sentire uno dei dei più grandi chitarristi italiani, Stefano Pontani, che suona nel mio disco. Innanzitutto suona in tre band diverse. Gli Ezra Winston, i VU-Meters - che era un supergruppo nel quale ha militato un ex componente del Balletto Di Bronzo, Ugo Vantini - e gli Anagramma, un quartetto di fusion anni '80.
Poi ha composto, assieme ad un altro membro degli Ezra Winston, la colonna sonora del film "L'ultima lezione" che ha vinto il Globo D'oro alla migliore regia esordiente.
Adesso questo personaggio traduce in note i suoni della terra, con un'apparecchiatura che gli concede un geofisico che fornisce degli stimoli. Lui poi li traduce in musica. Praticamente jamma con la terra. C'è un bellissimo CD che si chiama "I suoni della viterbo sotterranea", appena uscito per l'etichetta SanLucaSound, che documenta questo strano processo che soltanto lui è in grado di fare.
Ora ascoltiamo un brano degli Ezra Winston che non si trova su vinile, è apparso nella ristampa in cd del secondo album, in cui fornisce il suo contributo di chitarrista.
Ascolto: Ezra Winston - Schades Of Grey (dall'album "Ancient Afternoon”, cd, 2000)
(Gianluca interviene prima che il volume venga abbassato e un nuovo cazziatone parte da Pierdecio)
Pierdecio: aspetta, aspetta, dammi il tempo di abbassare la base. Parti subito a valanga. Fammi abbassare la base così i nostri ascoltatori ti possono ascoltare...
Gianluca: ...è che questo brano mi ha galvanizzato (è un pezzo in cui non ho né arte né parte, perchè io non c'entro nulla con gli Ezra Wisnton). Tra l'altro, Stefano Pontani entra nel secondo album come fonico, poi diventa il chitarrista stabile nel 1994 però, da allora, praticamente gli Ezra Winston non hanno mai pubblicato un disco, ma soltanto brani spot e questo è uno di questi, tant'è che viene inserito in questa ristampa in cd come bonus track. Stefano Pontani è il primo artista prog che ha introdotto il guitar synth nell'ambito del prog, così come il fiatista, Paolo Lucini, è il primo ad aver introdotto il synth sax nella compagine del rock progressivo, cosa che non hai mai fatto nessun'altro...
Pierdecio: ...parliamo degli anni '90...
Gianluca: ...si. Loro esrodiscono nell'88 e poi continuano con un'attività dal vivo molto sporadica però seguitissima. Sono tut'ora in attività, non si sono mai sciolti, però suonano molto raramente perchè sono severissimi: ad esempio vogliono giustamente che il palco sia organizzato in un certo modo. L'ultima volta che hanno suonato dal vivo lo hanno fatto assieme (e non di supporto, come ci tiene a dire Paolo Lucini) alla Carl Palmer Band, al Centrale del Tennis di Roma. Concerto memorabile! Avevano già cambiato molti membri e la formazione era estesa a sei elementi: alla batteria c'era Ugo Vantini che aveva militato nel Balletto Di Bronzo (secondo batterista). Stiamo parlando di eccellenze del rock progressivo italiano.
Pierdecio: Adesso ascoltiamo un brano che ho scelto io, da un mio vinile. Parliamo dei Recreation, una band belga, jazz rock veramente di altissimo livello, come tutte le band del Benelux. Ci sono delle band incredibili, le più importanti delle quali sono francofone.
Ascolto: Recreation - Music Against Music (dall'album “Music Or Not Music ”, 1972)
Pierdecio: Ricordiamo che tu sei qui in veste di solista perché tu fai anche parte di una band.
Gianluca: Io sono membro fondatore e batterista (ma non soltanto, giacché strimpello altri strumenti) degli Anno Mundi che peraltro, recentemente, si sono stabilizzati con una formazione a 5 elementi, due dei quali membri e menti degli Ingranaggi della Valle, personaggi che tu conosci molto bene.
Pierdecio: Direi di si.
Gianluca: Due parole: questi due di cui parliamo sono Mattia Liberati, tastierista, e Flavio Gonnellini, tuo figlio, che è chitarrista. Stiamo parlando di due talenti incredibili, due ragazzini perchè hanno vent'anni ...
Pierdecio: ...veramente hanno 24-25 anni. Tu sei ancora fermo ai 20 anni.
Gianluca: ah, eh nò, perchè io ero fermo ai miei 40, invece effettivamente sono 47. (Risate) Entrambi dotati di una tecnica strepitosa ma anche di una creatività eccezionale. Basti sentire, al riguardo, l'ultimo album degli Ingranaggi Della Valle, che spero tu abbia passato.
Pierdecio: Lo abbiamo passato, si.
Gianluca: Stiamo parlando di un'eccellenza del rock progressivo italiano. Infatti il disco degli Anno Mundi, pur essendo ancorato a sonorità sabbathiane, presenta moltissime incursioni nel prog, forse grazie a loro due. Flavio è impegnato come bassista e, in un brano, come chitarrista. Caratterialmente devo tirare le orecchie a tuo figlio...
Pierdecio: ...si ...
Gianluca: ...perchè veramente bisogna stargli dietro. Cioè, arriva tardi agli appuntamenti, non ti fa pervenire le parti di basso, tu gli chiedi di incidere una cosa, lui ne incide un'altra... (risate)
Pierdecio: ...è un po' "artista". Beh insomma, sono ragazzi...
Gianluca: ...so' ragazzi. (risate)
Pierdecio: Detto questo, noi ascoltiamo una cosa che ho portato io. Andiamo nella Cecoslovacchia degli anni 70, e passiamo questa band che si chiama M Efekt. Il titolo dillo tu ...
Gianluca: ...no, no, non ci provo neanche...
Pierdecio: “V Sobotu Popoludní”.
Gianluca: Però sotto c'è il titolo in inglese: "On Sunday Afternoon". Ci aiutano in questo modo.
Ascolto: M Efekt - Sobotu Popoludní (On Sunday Afternoon) (dall'album "Svitanie", 1977)
Pierdecio: Band veramente notevole.
Gianluca: E' il meglio del prog dell'est. Peraltro, è un prog attualmente di non facilissima reperibilità, perchè parliamo di band che si muovevano nell'alveo del blocco comunista dell'epoca che era molto attento...
Pierdecio: ...tutto molto censurato...
Gianluca: ...beh, in realtà queste cose sono sempre state promosse. Ad esempio mi vengono in mente i polacchi SBB, bravissimi... intendevo, però, che i dischi sono di bassa qualità... il materiale è molto scadente... copertine estramemente leggere...
Pierdecio: ...ma il vinile non è male. Io ho alcune cose, alcuni vinili di gruppi dell'est che hanno un ascolto incredibile. Alcuni, invece, sono effettivamente terrificanti...
Gianluca: ...la copertina la trovi sempre danneggiata... Anche loro sono passati dal beat al prog. Comunque ci sono delle cose pregevolissime. Bella scelta.
Pierdecio: E ora ancora una scelta tua: hai portato un disco di un "batteristino discreto" che si chiama Billy Cobham.
Gianluca: E' "discreto" non soltanto il batterista ma anche il disco, che è considerato uno dei dischi più importanti della fusion. Tra l'altro vi suona Tommy Bolin. Lui ha suonato su un sacco di dischi, prima di entrare nei Deep Purple. La leggenda narra che Blackmore, quando lasciò i Purple, consigliò ai restanti due fondatori, John Lord e Ian Paice, di contattare Tommy Bolin, talché David Coverdale, che era il nuovo cantante, reperì questo disco ed entrò in studio invitando a sentire come suonasse. E poi divenne il chitarrista dei Deep Purple, purtroppo con scarsissima fortuna perchè l'uso di droghe ne minò il talento...
Pierdecio: ...e anche la vita.
Gianluca: Già. Non ha fatto grandi cose nel senso che era sempre malandato a causa dell'abuso di sostanze stupefacenti.
Ascolto: Billy Cobham - Stratus (da "Spectrum", 1973)
Gianluca: brano strepitoso. Pensavo che oggi, ascoltando i Genesis, avrei rivissuto delle emozioni che in realtà ho vissuto ascoltando questo brano. Non lo ascoltavo da un po': è un favoloso esempio di jazz rock incredibile, con un chitarrista rock che ci suona sopra. Questo è considerato uno dei 10 più importanti dischi di fusion di sempre.
Pierdecio: Assolutamente.
Gianluca: Adesso il brano lo scelgo io e rimaniamo in famiglia perchè c'è una cosa che coinvolge me e te: ho portato un pezzo del prossimo disco degli Anno Mundi.
Pierdecio: Un inedito?
Gianluca: E' apparso soltanto su una compilation di metal italiano, "Metal Years vol 1". In questo brano suona la nuova formazione, finalmente stabile, giacchè noi per anni siamo stati sempre un po' cangianti nell'organico. E' composta dai due fondatori, io e Alessio Secondini Morelli, che saluto - perchè credo che ci stia ascoltando - e poi il cantante Freddy Rising, al secolo Federico Giuntoli, che è stato qui ospite proprio da te, se non erro assieme a Max Smeraldi, guitar hero che ha suonato nel Banco del Mutuo Soccorso...
Pierdecio: ...che salutiamo...
Gianluca: ...e poi due dei membri degli Ingranaggi della Valle, che sono Mattia Liberati, che abbiamo citato prima e che contribuisce peraltro alla composizione di questo brano, e Flavio Gonnellini, tuo figlio, qui al basso e non alla chitarra, che è il suo sturmento principe. Al basso ha fatto delle cose strepitose. Adesso sentiamo il brano poi parliamo del suo contributo al basso.
Ascolto: Anno Mundi - Pending Trial (forthcoming album, 2018)
Gianluca: Questo è il brano che anticipa l'uscita del nuovo disco degli Anno Mundi, che è completamente diverso dalle sonorità del mio disco solista. Qui permaniamo in una compagine hard rock tendenzialmente legata al sound della prima Vertigo, Black Sabbath in testa, anche se questo brano un poco si differenzia.
Io vorrei fare un plauso: prima l'ho cazziato, tuo figlio, perchè è stato impossibile lavorare con lui, perchè arrivava tardi, faceva come gli pareva.
Tuttavia, ha fornito un contributo enorme, a livello esecutivo. Essendo chitarrista, ha suonato il basso come non farebbe mai un bassista.
Cioè, sostanzialmente, lui si è cimentato in una serie di scale, di contributi, che sono tipici dei chitarristi quindi ha messo il basso su questo disco facendo delle cose strepitose. Diciamo che è valsa la pena faticare e soffrire con lui.
Pierdecio: Intanto salutiamo Paolo, che scrive: "bellissima musica. Vorrei non dover scendere dall'auto". Beh, fatti un altro giro di raccordo (risate). Comunque siamo quasi alla fine.
Gianluca: Scusa ma... "bellissima musica" si riferiva a quando ascoltava Billy Cobham e non gli Anno Mundi... (risate)
Pierdecio: No, sicuramente parlava di tutta la trasmissione.
Gianluca: Grazie Paolo.
Pierdecio: Qualitativamente siamo sempre su un grande livello. Adesso ci andiamo ad ascoltare un altro vinile, i Flash, che ho portato io.
Gianluca: per Flash intendi la band satellite degli Yes?
Pierdecio: Bravo, vedo che sei preparato.
Gianluca: Primo chitarrista degli Yes, Peter Banks, che è morto, purtroppo, che era completamente diverso da Steve Howe. Però molto valido...
Pierdecio: Sta nell'album "Yes" e...
Gianluca: ...sta sui primi due, entra al terzo album. Rick Wakeman sostituisce Tony Kaye al quinto album (in realtà il quarto, nda) mentre Alan White sostituisce Bill Bruford al sesto album, purtroppo, perchè Bill Bruford è un gigante...
Pierdecio: lo sostituisce in maniera...
Gianluca: ...mah, fa il suo...
Pierdecio: ...la classica frase che si dice di Alan White: "fa il suo".
Ascolto: Flash - Open Sky/None The Wiser (dall'album "Out Of Our Hands", 1973)
Pierdecio: Questi erano i Flash, veramente una grande band inglese.
Gianluca: Semi sconosciuti perchè, purtroppo, nascono subito dopo la dipartita di Peter Banks dagli Yes. Chiaramente non riescono ad emularne il successo. Campano tre album, se non erro. Alla fine vegono raggiunti dal tastierista degli Yes, Tony Kaye, che però ritornerà negli Yes del nuovo corso, quello degli anni '80, odiato da molti, da me invece apprezzatissimo, perchè l'album "90125" contiene delle perle moderne.
Pierdecio: E' bellissimo. Sono assolutamente d'accordo...
Gianluca: ...pur essendo un rock progressivo completamente diverso...
Pierdecio: ...un po' con l'occhiolino agli anni '80...
Gianluca: ...però ci sono delle cose splendide. A parte la hit del disco ("Owner Of A Lonely Heart", nda) e "Hold On", tutti gli altri brani, tra cui “Cinema”, sono favolosi, strepitosi, con un chitarrista meraviglioso.
Pierdecio: Trevor Rabin. Adesso una cosa che hai scelto te.
Gianluca: o nasco come appassionato di rcok progressivo quindi non è inusuale che io scelga titoli di questo genere. Ho scelto un brano che è, di fatto, una ballata acustica, dal primo album degli Emerson Lake & Palmer, “Lucky Man”, brano che fu rifiutato in tronco da Keith Emerson. Invece, il produttore la pubblicò come singolo ad insaputa della band e poi divenne un successo strepitoso.
Ascolto: Emerson, Lake & Palmer - Lucky Man (da "Emerson, Lake & Palmer", 1970)
Pierdecio: sentiamo ora il penultimo brano della trasmissione, tratto dal tuo disco.
Gianluca: Questo è un brano che si chiama, in italiano, "nascita di un fiore in uno scenario post atomico". Dovrebbe dare all'ascoltatore l'impressione che, in una landa desolata a causa di effetti di esperimenti nucleari e quant'altro, la natura comunque riesce a sopravvivere e quindi nasce questo fiore. E' un brano che è stato composto a 4 mani da me e da Stefano Pontani (la prima parte) e si avvale di un contributo al piano, che sfocia poi nella seconda parte, composta da me e dal pianista. E' estremamente suggestivo. Vediamo quale è l'effetto che provoca negli ascoltatori.
Ascolto: Gianluca Livi - Birth Of A Flower (In A Post-Atomic Landscape) – Part 1 & Part 2 (dall'album "Fleeting Steps", 2017)
Pierdecio: Abbiamo ascoltato un altro brano, l'ultimo tratto dal tuo ultimo lavoro, che va certamente risentito, perchè, comunque, questo genere di solito non rende al primo impatto...ti dà una certa linea ma poi lo devi riascoltare, quantomeno nel mio caso.
Gianluca: Assolutamente si. Questo non è un album semplice. Tra l'altro, in quest'album, pur essendo un batterista, ho limitato al minimo l'uso della batteria, dedicandomi ad effetti, loops, reverse. Essendo un disco di musica ambient, ho lavorato moltissimo con l'elettronica, quindi con il computer, una cosa che, ovviamente, non viene fatta con gli Anno Mundi, ancorati ad un suono analogico degli anni '70. Questo è un brano che, tra l'altro fa capire quale è stato l'approccio a quest'album. Nella parte finale, composta da me e dal tastierista, compare quest'ultimo con l'ausilio del chitarrista in sottofondo. Tutti i miei contributi, in fase di mix finale, li ho poi depennati perchè il brano funzionava in questo modo. E non credo che sia una scelta facile, per uno che sta pubblicando un disco solista, rinunciare al suo contributo esecutivo. Tuttavia, il brano funzionava talmente bene – era molto suggestivo, molto malinconico - che secondo me è stata la scelta giusta.
Adesso, dall'underground passiamo al gotha, al paradiso, agli dei.
Pierdecio: prima di passare agli dei dobbiamo però salutare tutti, dare appuntamento al prossimo martedì, in cui tornerà il buon Claudio, che saluto se è all'ascolto. Ringrazio e saluto Gianluca Livi per questa splendida serata passata assieme.
Gianluca: Grazie a te e agli ascoltatori.
Pierdecio: Mi hai dato anche una bella mano perché da solo non è facile fare radio. Da solo, tra l'altro, a me non piace e tu mi hai fornito un grande aiuto.
Gianluca: Grazie. Sempre con un approccio maldestro e da profano.
Pierdecio: ma, guarda, nessuno di noi... io perlomeno non sono un professionista della radio, sono vermente un modesto servitore del rock and roll, ritornando alla citazione di prima.
Saluto tutti gli amici e dò appuntamento a martedì prossimo con Rocklandia, sempre dalle 18:00 alle 20:00.
Se vuoi salutare qualcuno....
Gianluca: Innanzitutto saluto i musicisti che mi hanno accompagnato nel mio viaggio solista, che sono il chitarrista Stefano Pontani, il tastierista Massimo Sergi, il bassista Domenico Dente.
Poi volevo semplicemente ringraziare la label Eclectic Production, perché ha creduto in questo lavoro fin da subito, l'ha pubblicato in una tiratura peraltro molto avvincente, limitata a 100 copie, che peraltro, debbo dire, inaspettatamente, sta avendo un certo successo. Contrariamente agli Anno Mundi, che furono prevalentemente recensiti in Italia e poco all'estero, questo disco è stato recensito prevalentemente all'estero, piuttosto che in Italia. Quindi parliamo di recensioni nei paesi europei stranieri, Inghilterra, Francia... stiamo aspettando un contributo dalla Germania e uno dagli Stati Uniti. Alex Marenga, si chiama, il boss della label Eclectic Productions...
Pierdecio: ...che salutiamo.
Gianluca: ...infine, voglio salutare tutti i membri degli Anno Mundi, band che abbiamo citato. Questa del lavoro solista è stata una cosa estemporanea ma di fatto io tornerò, come batterista, agli Anno Mundi che sono Alessio Secondini Morelli, il co-fondatore insieme a me, poi Federico Giuntoli e poi i due Ingranaggi, Mattia Liberati e Flavio Gonnellini.
Pierdecio: salutiamo tutti ed andiamo ad ascoltarci...
Gianluca: ...devi dire che è un brano che ho scelto io...
Pierdecio: ...assolutamente, ma anche io...
Gianluca: ...è un batterista che abbiamo citato prima ed è - lo dico da batterista - inarrivabile. Quello che lui fa, cioè, io me lo sogno la notte. Parliamo dei King Crimson: il brano è "Indiscipline" e il batterista in questione è Bill Bruford.
Pierdecio: Ciao a tutti e buona serata.
Ascolto: King Crimson - Indiscipline (dall'album "Discipline", 1981)
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